Toronto e green economy

Crescono i cosiddetti “green jobs”. Un’indagine Isfol ha evidenziato il buono stato di salute delle professioni verdi a sostegno dell’ambiente, sottolineando che dal 1993 al 2008, infatti, il numero di occupati nel green job è aumento di ben il 41%, passando da 263.900, a 372.100, unità e in più di 7 casi su 10 (73,5%, per l’esattezza), il contratto è a tempo indeterminato.

Inoltre, nuovi professionisti dell’ambiente sono sempre più spesso donne (25,5%) e con il colletto bianco: nel 2008, rappresentavano il 63% degli occupati del settore. Parallelamente, crescono anche i master ambientali (passati dai 60 corsi attivi nell’anno accademico 1999-2000 ai circa 300 nell’anno accademico 2007-2008 e destinati a crescere ulteriormente per il 2008-2009) che, stando, ai dati forniti dalla ricerca, hanno garantito lavoro all’80,6% degli intervistati, già dopo appena un anno dal loro completamento.

Per di più nell’58% dei casi il lavoro trovato corrisponde alle aspirazioni professionali e il 68% degli occupati ha trovato una collocazione rispondente al livello formativo acquisito. Di questi, in particolare, il 31% del campione svolge un lavoro nell’ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, il 31,7% è impiegato in professioni di tipo tecnico mentre il 5,2% è riuscito a collocarsi nelle posizioni di legislatore, dirigente o imprenditore.

Ancora meglio però i master ambientali di II livello in cui la percentuale degli occupati entro un anno sale addirittura all’85%.  Sotto questo aspetto, sottolinea l’Isfol, sarebbe auspicabile un maggior raccordo con il territorio, in modo tale che “questo importante segmento formativo relativo all’ambiente possa giocare un ruolo anticipatore dei futuri fabbisogni professionali e formativi, che possono emergere in ambiti locali, proponendo figure innovative che rispondano in modo rapido ai nuovi mercati verdi in espansione.

Toronto e green economy

In Canada la green economy è già adesso un fondamentale motore di sviluppo e un polo di attrazione per gli investimenti stranieri, come quelli promossi da Samsung che ha investito 6,6 miliardi di dollari (l’equivalente di 4,7 miliardi di euro) nella provincia dell’Ontario per la creazione di centrali solari ed eoliche per un totale di 2,5 gigawatt.

Questo investimento della Samsung non è l’unico. Da solo porterà alla creazione di 16mila posti di lavoro nell’Ontario e alla produzione di una quantità di energia elettrica pari a quella di tre centrali nucleari di media grandezza, sufficiente a coprire il fabbisogno di 580mila case.