Gli imprevisti climatici di inizio settembre, con il caldo che ha ceduto immediatamente il passo a piogge (anche tragiche) e temperature basse, hanno portato molti italiani a riattivare gli impianti di riscaldamento.
Una scelta forse fin troppo anticipata, ma che ci serve come “spunto” per parlare proprio di questo tema, cercando di offrire qualche consiglio a quanti invece ancora non hanno deciso come proteggersi dal freddo.
Le soluzioni sul mercato
La scelta sul mercato è piuttosto ampia e, negli ultimi anni, è diventata ancora più estesa grazie alle soluzioni innovative proposte dalle varie case produttrici: alle classiche “stufe”, infatti, si sono aggiunti radiatori, termosifoni, pannelli radianti, caloriferi, condizionatori in grado di emanare anche aria calda e, non ultimi, i termoconvettori, una delle risposte ritenute più adatte grazie alle loro caratteristiche.
Come funziona il termoconvettore
L’approfondimento del blog di Punto Luce, uno dei principali punti di riferimento italiani sulle novità e le guide nel settore elettrico, ci consente innanzitutto di definire il termoconvettore: si tratta, in parole semplici, di un impianto termico che funziona grazie al meccanismo della convezione, e che viene declinato in dispositivi a parete e quelli da posizionare su pavimento, che sono anche trasportabili per riscaldare ambienti specifici.
Tre tipi di termoconvettori
Sempre sul fronte delle caratteristiche, poi, bisogna aggiungere che in base all’alimentazione si distinguono tre tipologie prevalenti di termoconvettori: questi strumenti possono infatti essere azionati tramite energia elettrica, acqua o gas, che diventa quindi la “fonte” principale per mettere in modo l’effetto convettivo che muove l’aria calda verso l’alto attraverso la griglia del termoconvettore e, allo stesso tempo, spinge la corrente fredda verso il basso.
I sistemi di riscaldamento
Come accennato, nel corso degli anni i termoconvettori sono evoluti sia nelle forme che nei modelli, pur mantenendo intatte le loro qualità di compattezza e praticità d’uso, oltre che ovviamente la capacità di riscaldamento che garantiscono.
Tra le varie versioni, quella più utilizzata e probabilmente più vantaggiosa è rappresentata dai radiatori, ovvero i termoconvettori elettrici che sono alimentati grazie alla corrente elettrica.
I termoconvettori elettrici
Rispetto alle altre tipologie, in questo caso il dispositivo non utilizza un sistema di tubi per espandere il calore, ma una serie di resistenze elettriche, che si rivelano più pratiche e anche sicure, senza particolari problematiche per quanto attiene alla manutenzione, e i modelli più recenti riducono anche lo spreco di energia e le emissioni, in puro rispetto per l’ambiente.
In genere, i termoconvettori vengono utilizzati come sistema aggiuntivo di riscaldamento, in ambienti in cui i tradizionali mezzi di riscaldamento non riescono a garantire una copertura ottimale, e quelli alimentati tramite corrente elettrica possono essere spostati anche tra le varie stanze, in base alle proprie esigenze e necessità.
I principali svantaggi
A ben vedere, qualche difetto ce l’hanno anche questi dispositivi: il principio fisico della convenzione che abbiamo descritto, ad esempio, provoca come conseguenza (e svantaggio) che la temperatura del pavimento sarà più fredda di quella dell’ambiente superiore (parliamo comunque di pochi gradi), mentre il costo del prodotto è forse l’elemento che maggiormente spaventa in fase di acquisto.
In effetti, in genere questi elettrodomestici sono più cari rispetto ad altre soluzioni, ma il loro prezzo viene compensato sia dalla loro praticità d’uso che dalla riduzione dei consumi.
Le differenze tra i modelli
Infatti, soprattutto se optiamo per un termoconvettore elettrico, i consumi sono legati solo al costo dell’energia e al numero di resistenze che il fruitore finale attiva, e in genere oscillano tra i 600 e il 2400 Wh; diverso il caso di quelli a gas metano, che ai consumi elettrici aggiungono anche quelli appunto del gas.
Inferiore infine il consumo dei modelli che funzionano ad acqua e a gas, perché consentono di riscaldare la casa utilizzando acqua a una temperatura inferiore rispetto a quella necessaria ai classici termosifoni.