La sostenibilità diventa “cool”, un mix di innovazione e design.
Un esempio è rappresentato da Interface Flor, azienda di Atlanta leader mondiale di pavimenti tessili modulari, oggi anche in ceramica. E’diventata un punto di riferimento per la salvaguardia ambientale.
Il tutto ha inizio negli anni ’50 in Olanda dall’azienda Huega, poi inglobata in Interface, e prosegue negli anni ’70 sotto la guida del fondatore, Ray Anderson, che nel 2007 è stato definito dal Time “eroe internazionale dell’ambiente”.
Nel 1994, quando il green business non andava ancora così di moda, Andersonaveva già deciso che la sua azienda, entro il 2020, sarebbe diventata a impatto zero.
Oggi ha un giro d’affari da un miliardo di dollari circa e, dal 1996 (anno della quotazione a Wall Street), ha ridotto del 71% le emissioni di gas nell’atmosfera, dell’80% il consumo d’acqua per unità di produzione e del 43% il consumo di energia.
Il programma della Interface Flor “Mission zero” si è articolato in sette punti, tra cui energie rinnovabili, materiali, certificazioni, riciclaggio di materiali e riduzione degli scarti coinvolgendo i clienti nella restituzione di vecchi prodotti utilizzati “come cibo” per quelli nuovi.