La legge 90/2013, emanata nel mese di agosto 2013 e pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale ha confermato e reso obbligatorio a tutti gli edifici italiani il possedimento e la presentazione della nuova certificazione energetica, chiamata con il suo acronimo APE (attestato di prestazione energetica) sostituta l’ACE (attestato di certificazione energetica).
La legge in questione ha fatto si che anche l’Italia sia conforme ai dettami europei, dopo esserci costata una multa e l’ennesima brutta figura a gli occhi dell’ Europa.
Dal 6 giugno e’ obbligatorio allegare al contratti di affitto o compravendita immobiliare l’ attestato energetico APE, altrimenti i contratti saranno nulli.
La scala di valori parte da un massimo d’efficienza, classificazione A, ad un minimo, classificato G.
Gli edifici che presentano classe energetica A hanno la capacità di consumare la minor quantità di energia possibile e di conseguenza potranno di un incremento di valore in confronto ad un’ abitazione delle stesse dimensioni ma con classe energetica G.
Come si presenta la realtà degli edifici italiani dopo 5 mesi dall’emanazione della legge?
Il portale Mioaffitto.it ha eseguito una ricerca statistica, incentrata sull’analisi degli attestati di 136,828 edifici delle città italiane, e lo scenario che si propono non è dei più felici.
Innanzitutto credo sia opportuno chiarire un punto fondamentale: la maggior parte degli edifici in cui viviamo sono stati realizzati in tempi, neanche troppo lontani, in cui l’efficienza energetica era una tematica sconosciuta e riutenuta di poca importanza sia da architetti che da costruttori.
I dati parlano da soli: il 56% delle case italiane presentano efficienza energetica G, la peggiore. Solo il 2% invece, dispone di una certificazione di tipo A.
La regione in cui si registra la percentuale più alta di edifici poco ecologici è il Lazio (76%), seguita dalla Toscana (73%) e dalla Sicilia (72%).
Nella città di Firenze gli edifici che presentano un certificato energetico G sono l’ 86%, e solo l’1,3% presenta una certificazione di tipo A.
Quasi la stessa cosa succede nel capoluogo lombardo, dove gli edifici che possono classificarsi nel gruppo A sono solo l’1,4% ed il 65% presenta purtroppo una brutta pagella, un D.
A Roma la situazione è leggermente meno infelice, ma siamo distanti anni luce dalla media europea. Qui si parla di 3% di edifici classificabili in A ma l’ 81% rimane in D.
La Puglia invece spicca per le sue numerose abitazioni efficienti, il 5% può mostrare ai potenziali compratori o affittuari un livello massimo. Record italiano.
L’ efficienza energetica è diventata un OBBLIGO, e per fortuna! Questo servirà sicuramente a rispettare di più l’ambiente, risparmiare nel lungo termine sulle bollette e trarne beneficio per la salute.
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Gaia Merguicci