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no al nuclere - Legambiente

Il Governo ha appena licenziato il decreto per l’individuazione dei siti nucleari ma Legambiente è già passata al contrattacco.

Il Ministro Claudio Scajola ha tranquillizzato i presidenti delle Regioni affermando che il loro parere sarà fondamentale per decidere dove impiantare ogni centrale nucleare, ma Legambiente ribatte mettendo in fila, uno per uno, tutti i candidati alle presidenze delle Regioni che hanno già affermato la propria indisponibilità a qualsiasi tipo di ritorno all’atomo.

Legambiente, infatti, ha sottoposto agli aspiranti governatori una semplicissima domanda: “una centrale nella mia Regione sì o no?”. In 23, sia di centro destra che di centro sinistra, hanno risposto con un secco “no” e solo sei governatori hanno accettato il nucleare e, tra loro, ci sono dei distinguo interessantissimi.
Uno su tutti quello del lombardo Formigoni che si mostra favorevole agli impianti nucleari ma non sul proprio territorio.

Secondo il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza

Sul nucleare il Governo ha deciso, ma come farà ora a convincere la popolazione se non ha convinto nemmeno i candidati della maggioranza alle regionali?

Una domanda molto interessante che, da una parte, lascia presagire forti conflitti e continui appelli alla Corte Costituzionale mentre, dall’altra, aggiunge un’altra big dell’antinuclearismo italiano tra i soggetti che invitano i cittadini a recarsi alle urne, il 28 e 29 marzo, e scegliere i candidati contrari al nucleare. La stessa strategia è stata presa, pochi giorni fa, da Greenpeace.

A più di 20 anni dall’incidente di Chernobyl, il nucleare oltre a porre ancora gravissimi problemi di sicurezza,  è anche una fonte energetica costosa che di certo non abbasserà la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la nostra dipendenza dall’estero e non ci permetterà di rispettare gli impegni europei e internazionali.
Ripuntare sul nucleare vuole anche dire abbandonare qualsiasi investimento alternativo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, e rinunciare alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale.

Fonte: Legambiente