Gestire in maniera consapevole l’irrigazione di un giardino o di un orto è molto importante. Infatti non bisogna esagerare né in un senso né in un altro. Dare pochissima acqua significa mettere a rischio la crescita delle piante. Allo stesso tempo, però, anche dare troppa acqua potrebbe danneggiare le piante, oltre al fatto che quest’ultima azione potrebbe costituire un vero e proprio spreco di risorse idriche. Nell’ambito agronomico l’irrigazione rappresenta una delle operazioni principali che deve essere sfruttata sia per garantire la buona riuscita delle coltivazioni e la crescita delle piante che per svolgere un’attenta azione di tutela dell’ambiente. Quindi possiamo dire che in agronomia l’irrigazione riesce ad assicurare un miglioramento della resa delle coltivazioni sia dal punto di vista della quantità che per quanto riguarda la qualità.
Quali sono gli attrezzi per l’irrigazione
Di solito, quando si deve procedere all’irrigazione di un giardino, di un orto o di un campo coltivato, si accede a prelevare l’acqua da una fonte idrica che può essere per esempio rappresentata da un fiume o da un laghetto artificiale oppure da un pozzo.
L’acqua può essere prelevata tramite delle pompe sommerse multiuso e poi trasportata tramite dei tubi all’interno di alcuni serbatoi che vengono utilizzati per un uso ben preciso. Da questi serbatoi, sempre attraverso l’uso di pompe e di tubazioni, le risorse idriche vengono irrorate sulle superfici da irrigare.
In genere sono così strutturati gli impianti per le coltivazioni più grandi, ma anche quando si tratta di impianti che hanno lo scopo di irrigare giardini pubblici e privati.
Ma quali sono i tempi da rispettare e le procedure più dettagliate da mettere in atto per riuscire a garantire una buona irrigazione dei giardini, degli orti e dei campi? Andiamo a vedere tutto riguardo alla procedura da rispettare nei minimi particolari, soprattutto per sapere quando bisogna irrigare di più e quando di meno.
Quali sono i tempi relativi all’irrigazione
È chiaro che l’irrigazione deve essere disposta sempre con una certa frequenza in maniera regolare. L’obiettivo da raggiungere è sempre quello di cui abbiamo parlato fin dall’inizio di questa guida, ovvero fare in modo che il terreno non si secchi troppo e allo stesso tempo riuscire a mantenere il giusto livello di umidità, senza esagerazioni che potrebbero danneggiare le piante.
Tutto però può variare in base alla stagione e alle caratteristiche climatiche che sono tipiche di essa. Per esempio in primavera bisognerebbe irrigare ogni due o tre giorni, tenendo d’occhio le condizioni climatiche e variando la quantità di acqua da apportare, a seconda se le condizioni meteo siano più piovose o più soleggiate.
In estate andrebbe fatta un’innaffiatura ogni giorno. In autunno si può irrigare con meno frequenza rispetto al periodo estivo. Tenendo conto del fatto che in questa stagione le piogge sono piuttosto frequenti, sarebbe sufficiente provvedere all’irrigazione due o tre volte alla settimana.
Per quanto riguarda, invece, la stagione invernale, non sarebbe necessario apportare acqua tramite l’impianto di irrigazione ogni giorno. Si deve più che altro puntare a verificare le condizioni del terreno e procedere all’apporto di acqua quando esso comincia a diventare piuttosto asciutto.
In inverno è molto importante poter procedere anche ad una manutenzione corretta dell’impianto di irrigazione e fare in modo che i tubi non si congelino a causa del gelo che si può manifestare soprattutto al mattino presto e durante la notte.
Un consiglio importante da questo punto di vista potrebbe consistere nel chiudere l’acqua a monte dell’impianto. Per facilitare tutte le operazioni di irrigazione, potrebbe essere molto utile installare un impianto con timer elettronico, in modo che l’apporto di acqua venga attivato soltanto in alcune determinate ore della giornata.