L’amianto, di cui sono ben noti gli effetti cancerogeni, è un grave pericolo per chi ne respira le fibre.
Dove si trova più comunemente?
- lastre e pannelli in cemento-amianto per coperture e facciate;
- coibentazioni di tubi da riscaldamento e di centrali termiche;
- intonaci e controsoffitti con amianto floccato resistente al fuoco e fonoassorbente;
- mattonelle e pavimenti in vinil-amianto;
- canne fumarie, tubazioni, esalatori, condotti di ventilazione, serbatoi.
Fattispecie più insidiose perché meno riconoscibili:
- funi e corde (per coibentazione tiranti strutture a volta);
- guarnizioni;
- interruttori elettrici di media ed alta tensione;
- elementi prefabbricati (es. comignoli, fioriere, mobili da giardino, tavoli da gioco, cucce);
- altri articoli per isolamento termico (tessuti, cuscini, stuoie, indumenti, riempitivi e sigillanti, cartoni, mastici e prodotti bituminosi, frizioni, freni).
Per capire se quelli con cui si ha a che fare sono materiali contenenti amianto, la ricostruzione storica è il primo elemento utile. La Legge 257 del 27/03/1992 ha sancito la cessazione dell’impiego, commercializzazione, estrazione dell’amianto. Molti sono stati i prodotti sostitutivi introdotti sul mercato a partire dalla fine degli anni ’80; le situazioni di incertezza sono appunto tipiche dei manufatti risalenti a questo periodo “borderline”.
La certezza della presenza di fibre di amianto può essere fornita, in mancanza di evidenza documentale, solo da prove di laboratorio mediante diffrattometria a Raggi X (DRX) o spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FT IR), secondo l’Allegato 1 del Decreto Ministero Sanità 06/09/1994.