Contribuire a migliorare le conoscenze e coordinare i progetti di ricerca in più campi per mettere a disposizione di  politici e società i risultati raggiunti in modo da favorire soluzioni e interventi operativi su scala globale e regionale improntati allo sviluppo sostenibile in un periodo in cui aumentano i rischi per la Terra e i suoi abitanti.
Questo l’obiettivo di “Future Earth”, iniziativa nata sotto il partocinio di ICSU(Consiglio Internazionale per le Scienze)  e che sarà presentata al pubblico in occasione di “Planet under pressure”(Londra 26-29 marzo 2012), conferenza organizzata da ESSP(Partenariato sulle Scienze del Sistema Terra).
Tutto cio, spiega la Dott.ssa Roberta Quadrelli del Consiglio Internazionale per le Scienze, per proporre in maniera innovativa una soluzione su temi quali clima, biodiversità, stato degli oceani, che hanno ripercussioni sull’esistenza degli uomini.

Nel recente passato stati compiuti enormi passi avanti dalla comunità scentifica sulle relazioni tra ambiente e società.Si è approfondito il discorso sul crescente condizionamento umano sull’ambiente, è aumentata la conoscenza e la previsione delle conseguenze future su vita e benessere date dalle trasformazioni in corso.

Nel 2002 con la creazione dell’ESSP si è realizzata una maggiore convergenza e coordinamento della ricerca in tema di cambiamento ambientale globale unificando quattro grandi progetti sponsorizzati dall’ICSU.

Future Earth prende le mosse da questo retroterra di attività intendendo costituire una piattaforma di livello internazionale in grado di coinvolgere e impegnare in una alleanza strategica, mondo scientifico, attori e istituzioni politici, donatori e associazioni di base. Insieme all’ICSU il nucleo dei suoi promotori comprende Unesco, Unep, Unu, Consiglio internazionale per le scienze sociali (ISSC) e Belmont Forum, raggruppamento di agenzie governative che si interessano del sostegno finanziario. Future Earth si svilupperà come programma decennale, lanciato definitivamente durante la conferenza di Rio+20, che, oltre a produrre ricerca per azioni operative utili a fronteggiare sfide e pericoli futuri, prevede una più efficace divulgazione della conoscenza acquisita e la formazione di nuove generazioni di ricercatori dedite alla scienza della sostenibilità globale.