Gli incentivi Cip6/92, che recano agevolazioni per i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, finiranno a partire dal 2010 (come previsto dalla legge Sviluppo), con effetti “benefici” per i consumatori, sui quali ricadevano maggiori oneri per finanziare gli stessi. Lo prevede il decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che definisce meccanismi per la risoluzione facoltativa delle convenzioni in essere con il Gse-Gestore dei servizi energetici, altrimenti in scadenza negli anni successivi fino al 2020, salvaguardando la continuità delle produzioni energetiche connesse a processi industriali.
“Il regime che era stato stabilito nel 1992”, ha commentato Scajola, “non è più efficiente rispetto all’odierno mercato liberalizzato e grava sui prezzi dell’elettricità di tutti i consumatori. L’attuazione di quanto previsto dalla legge Sviluppo rappresenta un importante passo verso un mercato dell’energia con prezzi sempre più competitivi e trasparenti e a supporto di nuovi investimenti e della ripresa economica”. Complessivamente, in relazione all’anno 2010, la capacità produttiva riconducibile agli impianti potenzialmente interessati al provvedimento ministeriale si attesta intorno ai 3.300 Mw, ovvero l’80% del totale dell’energia incentivata dal Cip6.
L’attuazione del decreto, sottolinea inoltre il ministero dello Sviluppo economico, porterà alla possibile uscita dalla produzione di energia di quegli impianti meno efficienti, consentendo al sistema elettrico di utilizzare risorse per una maggiore competitività a beneficio dei prezzi dell’energia elettrica. Ai produttori che aderiranno volontariamente alla risoluzione anticipata, viene infine sottolineato, saranno “riconosciuti corrispettivi tali da contenere gli oneri che graverebbero sui consumatori, cittadini ed imprese, nel caso le convenzioni andassero a scadenza naturale, pur nel rispetto degli investimenti effettuati”.(Ansa)