Il dibattito sulle energie rinnovabili ha ormai da tempo superato l’obiezione che la principale e più economica fonte di energia sia il nucleare. Le fonti rinnovabili sono, nell’immaginario comune, economiche, pulite, inestinguibili e capaci di rendere un paese indipendente da forniture estere di combustibile.
Purtroppo le cose non stanno proprio così. L’autosufficienza energetica é una chimera isolazionistica e il più delle volte si scontra con verità nascoste in grado di minarne profondamente la credibilità. Se possiamo essere d’accordo che la produzione idroelettrica contribuisca all’indipendenza energetica, la produzione di energia eolica e solare non offre maggiori garanzie rispetto al nucleare.
I motori a magneti permanenti
Le macchine che sono alla base del funzionamento delle torri eoliche si chiamano motori a magneti permanenti. Come la maggior parte delle macchine elettriche, anche queste macchine sono completamente reversibili. Per questa ragione, tali macchine possono essere efficientemente impiegate come generatori di energia elettrica.
Un generatore a magneti permanentiIl funzionamento a numero di giri variabile in relazione alla velocità del vento ottimizza la potenza generata e l’efficienza delle pale a bassi regimi. Il sistema regola la potenza captata e limita il numero di giri del rotore in condizione di elevata ventosità, riducendo al contempo le sollecitazioni meccaniche sull’aerogeneratore. Il generatore sincrono a magneti permanenti permette di operare a basse velocità di rotazione con elevati rendimenti, mantenendo un’elevata affidabilità a tutti i regimi di funzionamento.
Le terre rare
Sole e vento per produrre elettricità arrivano gratis, certo, ma la produzione di energie rinnovabili è fortemente dipendente da diversi minerali, in particolare dalle terre rare, che servono per la fabbricazione di motori a magneti permanenti, il nucleo di ogni torre eolica in circolazione. Quasi tutta l’offerta mondiale di terre rare viene da otto grossi giacimenti: Mountain Pass negli Stati Uniti, e altre sette miniere, tutte in Cina. La Cina é il paese dominante nella produzione e nell’esportazione di terre rare: esporta il 97 per cento delle terre rare disponibili sul mercato.
La quantità di terre rare attualmente in uso è cresciuta enormemente negli ultimi anni. Si stima che oggi sia circa quattro volte il tasso di estrazione annuale. Il che significa che diverrà sempre più pressante la necessità del riciclaggio. Riciclare le terre rare è un processo complesso, ma dovrebbe essere possibile in applicazioni dove se ne fa largo uso, come i catalizzatori delle automobili e i magneti permanenti delle turbine eoliche.