Manca ancora l’ufficialità, ma stando alle prime indiscrezioni l’annuncio verrà fatto dal primo ministro in persona, Naoto Kan, durante il prossimo G8 che si terrà in Francia alla fine della settimana.

Dopo lo scorso 11 marzo, il Giappone non potrà più essere lo stesso, nel bene e nel male. Un evento così catastrofico, come il terremoto che l’ha devastato, segna indiscutibilmente la coscienza nazionale e cambia radicalmente le prospettive dello Stato: davanti a quello scenario di morte e distruzione, il popolo nipponico ha insegnato al mondo intero che non serve a nulla autocommiserarsi, mentre è essenziale rimboccarsi prontamente le maniche. Anche la centrale di Fukushima ha impartito una bella lezione a tutto il pianeta ed ora non c’è paese che non stia rivedendo i propri piani energetici per il futuro, Italia compresa. E’ evidente che la punizione più pesante sia toccata allo stesso Giappone: da anni, infatti, ha deciso di far affidamento quasi unicamente sulla produzione interna delle centrali nucleari, che è arrivata a coprire buona parte del fabbisogno nazionale, ed ora si ritrova costretto ad invertire la rotta nel minor tempo possibile.

D’altronde, se c’è una cosa in cui i giapponesi eccellono veramente, quella è sicuramente il saper fare tesoro degli errori del passato: non stupisce, perciò, che i loro governanti abbiano stabilito di promulgare una legge che imporrà di rivestire di pannelli solari tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati. Ovviamente, considerati gli elevati costi delle celle fotovoltaiche e la loro resa non ottimale, sembrerebbe avventato applicare da subito una simile politica: proprio per questo, l’attuazione del progetto passerà attraverso varie fasi, che inizieranno con un cospicuo investimento nella ricerca sulle fonti rinnovabili, per poi culminare entro il 2030 con l’obbligo tassativo di utilizzare questi sistemi più economici ed efficienti nelle nuove costruzioni.

Dite addio, quindi, alle tradizionali pareti di carta; ciò nonostante, la scelta risulta comunque coerente con lo spirito nazionale ed i caratteri che ne compongono il nome: in effetti, un paese che si definisce “del Sol Levante” poteva non dipendere dall’astro più importante della nostra galassia? .