Si diffondono sempre più a macchia d’olio, sono amati dai cultori, scoperti e provati dai curiosi, ospitati dalle grandi città che della moda e del glamour unite a tendenze alternative fanno il proprio segno distintivo, in Italia sono Milano e Roma. I Green  drink sono l’ultimo grido in fatto di moda, di chi vuole distinguersi ma in maniera cosciente e consapevole con uno sguardo sempre attento al mondo che ci circonda. Un modo nuovo e diverso quindi di fare e bere l’aperitivo che rispetta la natura, che cerca di valorizzare e l’ambiente. La parola d’ordine quindi è rigorosamente “bio“: vini a chilometri a zero, succhi di mela biologici, bicchieri e stoviglie fatte in amido di mais. Estimatori di questo fenomeno oramai di culto sono giovani e meno giovani, schiavi della moda ma anche sensibili che citano a memoria il protocollo di Kyoto e cercano una soluzione al buco dell’ozono, esperti di ecosostenibilità o ragazzi comuni ormai stanchi di inquinamento e ogm.

Si incontrano in locali chic per condividere esperienze e darsi consigli utili su come poter salvare il pianeta. Un fenomeno nato a Londra, come sempre antesignana e precursore di nuove tendenze, nel 1989 quando l’architetto Edwin Datschefski insieme ad alcuni amici e colleghi “Green Designers“, organizzò, per caso, il primo incontro bio. Oggi Green Drink è un network mondiale che copre ben 58 Paesi e 637 città, una maniera nuova di fare aperitivo, con prodotti e vini assolutamente biologici, per discutere informalmente di ambiente e stili di vita. in Italia, nella capitale, è il mensile di Legambiente, La Nuova Ecologia, ad aver lanciato nel dicembre 2006 il primo Green Drink continuando a organizzarne. A Milano è per lo più l’azienda ClimatePartner, esperta in sostenibilità ambientale che li organizza. Eventi che si moltiplicano, perché quello dell’aperitivo verde sembra essere un approccio nuovo ed efficace di sensibilizzazione, capace di abbinare la mondanità ai contenuti.
In realtà nelle grandi città sono moltissimi gli aperitivi sostenibili, ma Green Drink, nato per primo, è ancora oggi il più diffuso. Una formula che sembra proprio funzionare, almeno così assicura chi ha partecipato ai DG, perché è un fenomeno semplice e moderno, sono cioè degli appuntamenti a metà tra incontri ed eventi che si pubblicizzano con un semplice tam tam per sostenere una giusta causa: l’ambiente.

Fonte: Utility Magazine