La lampada a bottiglia d'acqua
La lampada a bottiglia d'acqua

Il principale motto in tema di ecosostenibilità è  “ottenere il massimo con il minimo”. Recentemente questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla cosiddetta “lampada a bottiglia solare” ideata da alcuni studenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology), che si sta diffondendo in diversi Paesi in via di sviluppo.

In cosa consiste questa “lampada a bottiglia solare”? Non è nient’altro che una semplice bottiglia di plastica trasparente (tipo quelle comunemente usate per l’acqua minerale) riempita di acqua pura con l’aggiunta di un po’ di cloro (es: qualche cucchiaio di candeggina, necessaria per impedire la crescita di microbi e muffe). Questo semplicissimo strumento è sufficiente a illuminare un ambiente buio, producendo la stessa quantità di luce prodotta da una lampadina da 50-60 watt.
Questo strumento di illuminazione si rivela ottimo per potertare l’illuminazione in numerosissime abitazioni delle favelas e bidonvilles di mezzo mondo, i cui ambienti interni non hanno finestre e le stesse porte sono spesso poste a non più di un metro dalla lamiera della baracca accanto; abitazioni dunque immerse nel buio perenne, anche a mezzogiorno. La “lampada a bottiglia solare” viene fissata in un foro effettuato nel soffitto di lamiera, in modo che sia esposta per un terzo alla luce solare.
La parte illuminata diffonde per rifrazione la luce solare nella parte di bottiglia sottostante. Ne sono state installate decine di migliaia in Brasile e nelle Filippine. In quest’ultimo Paese la Fondazione MyShelter conta di illuminare in questo modo – con l’aiuto di finanziamenti governativi – un milione di ambiente entro il 2012