Stazione StoccolmaStazione Stoccolma
Stazione di Stoccolma

Uomini e lampadine emanano la stessa quantità di calore. Se poi l’uomo sta correndo con una valigia in mano per prendere il treno, può trasformarsi in una fonte di riscaldamento sfruttabile economicamente.
In un’intera stazione come quella di Stoccolma, che con i suoi 250mila pendolari quotidiani è la più grande dei Paesi scandinavi, la temperatura dell’aria si mantiene costantemente a 20-22 gradi senza nessun sistema di condizionamento: un po’ troppo rispetto agli standard svedesi.

Anziché aprire le finestre per garantire la ventilazione, le autorità pubbliche che gestiscono lo scalo ferroviario hanno pensato di convogliare il calore in eccesso prodotto dai pendolari nei termosifoni di un palazzo appena costruito a novanta metri di distanza. Raccolta da una serie di tubi sul tetto della stazione, l’aria viene convogliata sotto il pavimento e usata per riscaldare dei serbatoi d’acqua, che poi andranno ad alimentare i termosifoni del palazzo Kungsbrohuset. La costruzione di questo edificio è appena terminata (al momento si stanno cercano ditte disposte ad affittarne gli uffici) con l’inclusione di molte tecnologie per il risparmio energetico. I pendolari usati come fonte di energia «sono economici e rinnovabili» spiega alla rivista Time Karl Sundholm, il project manager dell’azienda statale Jernhusen proprietaria sia della stazione che del nuovo palazzo Kungsbrohuset e l’ingegnere che ha ideato e sviluppato il sistema di riscaldamento a “calore umano”. «La tecnologia non ha niente di innovativo – spiega Sundholm – si tratta solo di tubi, acqua e pompe. Ma nessuno ha mai avuto l’idea di usarla in questo modo».

Un grande centro commerciale di Minneapolis che appartiene alla catena “Mall of America” sfrutta da anni i propri clienti come fonte di riscaldamento. Ma lo fa solo all’interno del proprio edificio, senza cedere ad altri il calore umano prodotto. Grazie ai suoi 40 milioni di visitatori all’anno, alle vetrate che raccolgono il sole dall’alto e alle lampadine usate per rendere brillanti i negozi, il centro commerciale può fare a meno del tutto di un sistema di riscaldamento anche in una città fredda come il centro più popoloso del Minnesota.

A Stoccolma, il “termosifone a calore umano” è stato acceso da circa un mese. Ancora non ci sono dati precisi su quanta energia sarà possibile risparmiare usando le 250mila “lampadine ambulanti” in corsa per prendere il treno. Ma i progettisti contano di tagliare del 20 per cento la bolletta del riscaldamento, di fronte a una spesa per tubi, pompe e serbatoi che oscilla tra i 30 e i 40mila euro.

In Svezia il costo dell’energia è molto alto.Sundholm è convinto che la sua idea possa fare molta strada. «Vorrei trovare un metodo – racconta ancora a Time – per raccogliere l’energia prodotta dai corpi umani nelle zone residenziali di notte e convogliarla negli uffici al mattino».

La stazione di Stoccolma non è l’unico luogo affollato usato per produrre energia. La metro di Tokyo ha installato sul pavimento mattonelle in grado di assorbire le vibrazioni dei passi dei viaggiatori e trasformarle in energia elettrica. Il sistema, ancora a livello sperimentale, è in grado di alimentare tutti i cartelli di segnalazione. L’industria olandese Ooms invece ha inserito dei tubi dell’acqua sotto all’asfalto delle strade. I raggi del sole che riscaldano il bitume nero già sono in grado di produrre 108 megawatt all’anno in un parcheggio scozzese di 400 metri quadri.

Fonte: la Repubblica | ELENA DUSI