Di Enzo Pennetta
Il ciclo della CO2 in natura
L’Università di Sheffield ha finalmente formulato delle proposte serie per eliminare la CO2 che, secondo l’IPPCI, è la causa del Global Warming.
Dalle Colonne de la Stampa estraiamo la parte più interessante della notizia:
«Un rapporto commissionato all’Università di Sheffield dal Center for Low Carbon Futures del Regno Unito esamina le varie prospettive di sviluppo relative all’utilizzo nella “green economy” della CO2 catturata nelle centrali di produzione di energia elettrica. Lo studio rileva come siano già in corso alcuni progetti pilota che utilizzano la CO2 per nutrire le piante coltivate in serra e come siano stati già testati i risultati di un utilizzo della CO2 catturata per la produzione di una serie prodotti utili. Tra le possibili applicazioni assume particolare rilievo la conversione chimica della CO2 combinata con minerali per realizzare materiali da costruzione o per ricavarne biocarburanti.»
L’idea originale sarebbe dunque quella di utilizzare la CO2 per la fotosintesi delle piante!?!
Come a qualunque studente, dalle elementari alle superiori, viene insegnato, con la fotosintesi clorofilliana le piante trasformano la CO2e l’H2O in C6H12O6(glucosio) e O2.
Ci voleva uno studio dell’Università di Sheffield per scoprire che la CO2 si smaltisce con le piante? E infatti, per giustificare le energie profuse nello studio, viene fuori l’idea originale: piante sì, ma in serra. E cosa cambia?
Ancora alle prese con questi interrogativi andiamo a vedere la seconda proposta: “la conversione chimica della CO2 combinata con minerali per realizzare materiali da costruzione”
Quali materiali da costruzione si potrebbero realizzare con la CO2?
Una possibilità potrebbe essere quella di sciogliere la CO2 in H2O, ottenendo così H2CO3, poi far reagire l’acido carbonico così ottenuto con il Calcio (Ca) ottenendo il CaCO3, noto carbonato di calcio.
Con il carbonato di calcio sì che si potrebbero ottenere ottimi materiali da costruzione!
Possiamo anche dare un nome a questi composti, ma non dobbiamo fare molta fatica perché si tratta di nomi che si possono facilmente già trovare:
«In natura, il carbonato di calcio è il materiale che costituisce, in tutto o in parte, una grande varietà di tipi di rocce: il marmo, le rocce calcaree, il travertino.»
Da Wikipedia
Insomma, anche in questo caso, come quello della fotosintesi, si tratta di un processo già attivo in natura e a costo zero.
Delusi da quanto finora visto, speriamo allora di trovare qualcosa di veramente innovativo nel terzo punto, quello che termina sinteticamente con la frase:
“…o per ricavarne biocarburanti”
Biocarburanti? Ma non si ricavano dalle piante?
In pratica la terza proposta non è altro che la prima! Solo che viene specificato il successivo utilizzo delle piante coltivate con la CO2.
Chissà se un giorno anche le nostre università potranno vantare risultati all’altezza di quella di Sheffield…
Fonte: Critica Scientifica