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La siccità che sta colpendo gli Stati Uniti d’America presto farà sentire le conseguenze dell’effetto domino, sia sulle tasche dei consumatori che sui redditi degli agricoltori e allevatori. Il riscaldamento globale e la grande siccità che sta sconvolgendo il Midwest americano e le alluvioni che hanno colpito Russia, Kazakstan e Ucraina) rischia di trascinarsi dietro disastrosi effetti sulla catena alimentare.

Il governo americano ha autorizzanto una serie di aiuti per le 1016 contee statunitensi del Midwest colpite da disastro naturale. Gli aiuti consistono in prestiti con interessi agevolati che serviranno per superare i danni subiti in 26 stati. Il timore del governo statunitense è che la conseguenza finale potrebbe essere un effetto negativo sull’inflazione per l’aumento dei costi di mantenimento del bestiame. I rincari potrebbero dunque interessare non soltanto il prezzo degli alimenti a base di cereali, ma anche delle carni e dei latticini. Gli ingredienti dei mangimi animali, infatti, sono tutti schizzati verso l’alto, raggiungendo prezzi da primato. Lo scorso 13 luglio il mais ha toccato il record storico di 794 cents per bushel; i semi di soia hanno raggiunto il record all’inizio della scorsa settimana, mentre da quasi un anno il frumento è al massimo al Chicago Board of  Trade.

La Fao rivede al ribasso le stime della produzione mondiale: 23 milioni di tonnellate per i cereali, 25 per il mais e due per il grano. In diminuzione anche gli stock: 12 milioni. Decrementi che rischiano di tradursi in un minor accumulo di scorte globali entro la fine del 2013, e la paura di crisi alimentare.