C’è una città italiana in cui gli autobus sono gratis, gli studenti di prima media ricevono un computer in regalo e gli immigrati vengono trattati in modo civile pur essendo a Nord. Una città dove la raccolta differenziata sfiora il 75 per cento e chi getta l’immondizia nel sacco sbagliato viene multato (ma non succede quasi mai). Naturalmente il paesaggio è incantevole, immerso nel verde, tra le montagne e il lago. La notizia è che non stiamo raccontando una favola. La città si chiama Verbania e per diventare questa specie di Eden ha dovuto rimboccarsi le maniche. Perché qui c’è una delle “no green area” della Penisola, uno dei pochi posti dove è ancora possibile insediare aziende chimiche. Eppure proprio qui Legambiente ha piantato la bandiera: la qualità dell’ecosistema della cittadina (31 mila persone) è la migliore d’Italia.

Per capire come mai, bisogna incontrare due personaggi molto diversi tra loro: l’insegnante di italiano Claudio Zanotti, sindaco fino al giugno scorso, e Marco Zacchera, suo successore. Zanotti ha fatto la fine di Churchill, che vinse la guerra e perse le elezioni. Misteri della politica. “In realtà – spiega Zanotti – l’impegno ambientale era una delle priorità della nostra giunta. Abbiamo ereditato una situazione già buona perché la raccolta differenziata era già superiore al 50 per cento. Noi l’abbiamo portata al 73”. “Una soglia del genere – ammette Zacchera – è difficilmente migliorabile, anche se ci proveremo. Devo riconoscere che chi è venuto prima di noi ha fatto un ottimo lavoro”. Il sistema di raccolta differenziata non è molto diverso da quello di molte città italiane: una serie di sacchetti colorati per i diversi tipi di rifiuto e un calendario settimanale di ritiro. Quel che cambia è il sistema di penalità: chi espone il sacchetto dei rifiuti fuori dalla porta nel giorno sbagliato paga una multa di 50 euro. Chi invece getta l’immondizia nel sacchetto sbagliato, paga 150 di sanzione. Scusi signor sindaco, come fate a incastrarli? “Guardiamo nei sacchetti”.

Sì, capita anche questo sulle rive del Lago Maggiore. Tra i diversi compiti della polizia municipale c’è quello di indagare nei cassonetti: “Se troviamo la carta nel sacchetto sbagliato – dice Zacchera – possiamo risalire all’autore del misfatto. Leggendo su una busta il suo nome o interpretando tanti altri piccoli indizi”. Gli autori negheranno. Diranno che il vicino invidioso ha sottratto una busta dalla buca delle lettere per infilarla nel sacco dell’immondizia… “Infatti dicono tutti così. Ma noi lo sappiamo e non ci preoccupiamo molto. Perché la protesta viene amplificata dai giornali e tutta la città sa che facciamo sul serio”. Il risultato è che si pagano meno tasse? “Il vero risultato – spiega il sindaco – è che oggi stiamo pensando di abolire l’inceneritore”.

Amalia Alberti è la storica rappresentante di Legambiente a Verbania. Stupita del successo? “Direi di no perché da molti decenni le amministrazioni si sono impegnate nella tutela dell’ambiente. Qui un tempo non erano certo rose e fiori e certe battaglie non erano popolari”. La storia è quella di molti poli della chimica dove la difesa del lavoro e quella della salute entrano non di rado in conflitto. La rossa Verbania (fino al giugno scorso) non fa eccezione. Luca Caretti, segretario della Cisl, ricorda “quando quattro anni fa abbiamo occupato la Acetati perché la volevano chiudere per inquinamento mettendo a rischio 300 posti di lavoro”. Difendevate gli inquinatori? “Difendevamo la possibilità di lavorare senza inquinare. E abbiamo vinto. Perché gli scarichi sono stati messi a norma”. Ma oggi la Acetati rischia la chiusura perché, si dice, le produzioni saranno trasferite in Cina.

Strumenti ‹ BlogEcologia — WordPress.