La Fima (Federazione Italiana Media Ambientali esprime solidarietà e vicinanza al collega Nello Trocchia, collaboratore de Il Fatto quotidiano, l’Espresso e La gabbia, che è stato minacciato dalla camorra per la sua attività di denuncia delle mafie e per le sue inchieste sulla Terra dei Fuochi. In un’intercettazione del 10 giugno dal carcere un boss della camorra e il fratello parlano di un vero e proprio agguato nei confronti del collega: “al giornalista devo spaccargli il cranio” affermano nell’intercettazione, nella quale dicono di conoscere tutto sul cronista. Si tratta di minacce serie che hanno prodotto un’informativa alla Procura Antimafia, alla quale a distanza di un mese, la Procura non ha dato seguito mettendo in opera la protezione nei confronti di Nello Trocchia.

«Chiediamo siano messe in atto immediatamente misure di tutela adeguate a garantire al collega la propria incolumità e a permettergli di continuare la sua attività di denuncia delle mafie. – afferma Mario Salomone, presidente di Fima – L’assenza di protezione da parte delle istituzioni di Nello Trocchia sarebbe un segnale chiaro per le mafie circa il fatto che si possono intimidire i giornalisti senza provocare alcuna reazione e farebbe precipitare una situazione già grave, visto che tra il 2006 e il 2014, secondo l’osservatorio Ossigeno per l’Informazione si sono verificati 2.300 episodi di violenza nei confronti dei giornalisti, facendo arrivare l’Italia al, poco esaltante 73° posto nella classifica sulla libertà d’informazione di Reporter senza frontiere».