Vulcano Marsili

Col passare degli anni aumentano sempre più le probabilità che  l’energia pulita possa arrivare dal mare.  In mare aperto infatti trovano una collocazione ottimale anche gli impianti eolici e geotermici.

L’idea di cui parleremo è quella di realizzare una centrale geotermina offshore nella zona del vulcano Marsili, montagna che svetta per 3.000 metri dai fondali al largo delle isole Eolie e delle  coste tirreniche Calabresi. Quel tratto di mare,  grazie al calore imprigionato dal vulcano sommerso più grande di tutta Europa, potrebbe fornire energia a circa 700.000 persone con un investimento di 2 miliardi di euro.

E’ prevista la costruzione di 4 centrali galleggianti che potrebbe essere avviata nel prossimo anno per essere ultimata entro 3 anni.
L’impianto è stato già autorizzato dal Ministero dello Sviluppo; alla sua progettazione partecipano alcuni tra i più prestigiosi istituti di ricerca, es. Istituito Mazionale di Geofisica e Vvulcanologia, il centro di ricerche e studi sperimentali per le Geotecnologie dell’Università di Chieti, l’istituito di scienze marine Ismar, il Cnr e il Politecnico di Bari.

Quella del vulcano Marsili potrebbere costituire il progetto “pilota”: infatti, se dovesse andare a buon fine, sono state già indivituate altre fonti di calore nelle acque italiane, grazie alle quali si riuscirebbe a coprire il 10% di tutto il fabbisogno nazionale.

Un’applicazione più concreta in mare aperto e già attiva permette invece di sfruttare la forza eolica e trova dimostrazione pratica e di successo già in Danimarca; qui la E.ON ha inaugurato un parco eolico offshore tra i più grandi al mondo.

I problemi relativi alle installazioni offshore non mancano: oltre alle proteste per la tutela del paesaggio  restano ancora da capire gli effetti collaterali sui volatili e sulle problematiche legate alla navigazione. Gli ambientalisti sostengono infatti che potrebbe rappresentare un’insidia fatale per gli uccelli migratori, soprattutto nelle traversate notturne, mentre gli ancoraggi delle piattaforme, oltre a rendere più difficoltosa la navigazione, potrebbero essere un ulteriore pericolo per i cetacei.
A tutto ciò si deve aggiungere il “danno turistico“: deturpando il paesaggio e le sue bellezze, potrebbero registrarsi diminuzioni delle prenotazioni turistiche legate al degrado delle condizioni naturali.

Anche in Sicilia i primi progetti di Eolico offshore sono stati bloccati: il governo regionale è nettamente contrario all’installazione di parchi eolici off-shore. Le richieste di parere ambientale per la posa degli impianti eolici nei mari siciliani hanno ricevuto tutte un parere negativo. Molte delle aree interessate rientrano nelle zone marine protette atte alla conservazione degli habitat naturali. L’installazione dei parchi eolici off-shore comporterebbe inoltre seri rischi per l’ecosistema dello stretto confermando i problemi già riscontrati in Puglia sui settori della pesca, turismo e navigazione.

Ma i vantaggi sono molti, soprattutto per il nostro territorio: i limiti intrinsechi della morfologia geografica italiana permettono l’appoggio dei piloni delle piattaforme sul fondo marino anche a distanze più elevate dalla costa rispetto agli altri Paesi: i parchi eolici tradizionali non possono infatti essere posati su fondali profondi più di 70 metri. Il Mar Adriatico rispetta esattamente questi limiti anche a ditanze rilevanti: maggiore è lo spazio dalla costa minore è l’impatto ambientale, il quale è sicuramente inferiore a quello registrato su installazioni onshore. Oltre a questo le installazioni offshore permettono di sfruttare maggiore potenza eolica disponibile ed aumenta quindi l’efficienza sugli impanti.

E’ possibile procedere al posizionamento di impianti anche su fondali più profondi (fino a 700 metri) con le nuove tecnologie dei piloni galleggianti ancorati con cavi di acciaio ma i costi aumentano e l’affidabilità di una nuova tecnologia cosi innovativa è ancora tutta da dimostrare nel lungo periodo.

In conclusione ogni fonte produttiva ha i lati positivi e negativi: petrolio o nucleare impattano in modo devastante sull’ambiente, basti a pensare alla fauna e alla flora distrutta nei disastri petroliferi.

Grazie ai passi da gigante compiuti dalla tecnologia, oggi è possibile scegliere: una centrale nucleare da 1000 MW produce la stessa energia di 8 parchi eolici. E allora cosa fare? A voi la scelta del male minore.