AgriFood One, l'agroalimentare incontra la finanza

Agroalimentare e finanza, quale collegamento? Due mondi apparentemente lontanissimi, che trovano, però, nell’innovazione il loro principale punto di contatto.

Da qui nasce AgriFood One, il primo fondo di private equity italiano che mira a sostenere le imprese italiane dell’agroalimentare.

Cos’è AgriFood One

Non c’è nulla di più concreto della tera. Nulla di più nobile del lavoro dell’uomo e della riconoscenza della natura che lo premia con i suoi frutti.

L’agroalimentare italiano è uno dei settori cardine dell’economia nazionale che trova nell’export, spesso, il suo riconoscimento su uno scenario internazionale.

Da questa consapevolezze nasce AgriFood One,il fondo di investimento promosso dal gruppo milanese attivo nel settore del private equity (per saperne di più sul settore consulta la pratica guida agli investimenti del portale FissoVariabile), nella finanza di impresa e nella consulenza a grandi investitori, Garnell.

Di cosa si tratta? Di un fondo, realizzato in partnership con Slow Food Italia, nato con l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’economia reale, l’innovazione e la sostenibilità nell’ambito del settore agroalimentare italiano.

Da dove nasce l’idea

Da dove nasce la necessità di realizzare un fondi di investimento dedicato proprio alle piccole e medie realtà di eccellenza della produzione agroalimentare italiana?

A spiegarlo è l’amministratore delegato di Garnell, Filippo La Scala, che può essere considerato un po’ il padre di AgriFood One: “Nonostante il grande successo di cui gode, il Made in Italy alimentare non ha ancora trovato, ad oggi, gli strumenti finanziari più idonei a supportarne lo sviluppo.

Uno sviluppo che possa essere lungimirante e pragmatico. AgrifoodOne nasce con l’obiettivo di colmare questo vuoto”.

Riportare l’uomo al centro

L’iniziativa prende le mosse da un assunto condiviso sia da Garnell che da Slow Food Italia: promuovere una concezione aziendale focalizzata sull’uomo.

In questa idea di nuova impresa, infatti, il profitto deve integrare il bene della sua comunità di stakeholder – azionisti, lavoratori, clienti, fornitori – e i principi di sostenibilità economica, sociale, ambientale, in un’unione che garantisca il successo nel medio-lungo periodo.

In questa partita, Slow Food gioca il ruolo del consulente, ci mette l’esperienza e la conoscenza del miglior tessuto produttivo italiano. Attraverso la questa consulenza, infatti, sarà possibile verificare verificare la sostenibilità economica, sociale e ambientale dei potenziali progetti d’investimento.

Tutti i parametri di giudizio

Quali saranno i criteri presi in considerazione per valutare proprio la sostenibilità a 360° di questi progetti?

Non saranno solo quelli tradizionali legati alle performance fatte registrare dal fondo stesso, di volta, in volta, infatti, si terrà conto anche di elementi quali: gli impatti ambientali, sociali e di “buongoverno” generati dagli investimenti attraverso la produzione di indicatori di performance non monetarie di immediata comprensione, sviluppati in accordo con la Fondazione Università Ca’ Foscari.

Il numero uno di Garnell, infatti, ha anche spiegato che “gli investimenti in economia reale non sono soggetti alla volatilità dei mercati finanziari e possono offrire agli investitori ritorni adeguati rispetto al livello di rischio assunto oltre a una buona diversificazione.

La nostra aspirazione è quella di mettere qualsiasi investitore nelle condizioni di valutare gli impatti generati dagli investimenti nell’economia reale, consentendogli in tal modo di indirizzare i risparmi con consapevolezza verso le forme di investimento più redditizie e più coerenti con i propri obiettivi e le proprie aspettative”.