Prima di parlare di Tianjin Eco-City, vale la pena di ricordare il contesto in cui tale progetto si sviluppa.
L’epocale processo di urbanizzazione che ha riguardato la Cina nell’ultimo ventennio ha messo al centro dell’agenda dei governanti cinesi il tema della sostenibilità dello sviluppo urbano.

Con metropoli sorte dall’oggi al domani e già alle prese con problemi la cui gestione non si prospetta facile, come traffico, aria irrespirabile e condizioni sanitarie difficili a causa dell’inadeguatezza di rete fognaria e di sistemi di smaltimento rifiuti, la questione della pianificazione dei nuovi insediamenti urbani e la progettazione di quartieri quando non intere città eco-sostenibili è diventata una necessità irrinunciabile per la Cina.
Ecco quindi spiegata la presenza di progetti avveniristici di nuove smart cities alla cinese, quali la già descritta Caofeidian, piuttosto che Nanjing Green City o Hainan Future City.

Un altro esempio particolarmente significativo di progettazione di nuove città iper-tecnologiche e soprattutto sostenibili, dove efficienza energetica e adeguata presenza di verde urbano sono due caratteristiche fondanti, è appunto quella di Tianjin Eco-City.

Tianjin è una metropoli di 12 milioni di abitanti situata nel nord-est della Cina, la quinta metropoli del Dragone per popolazione.
Storicamente noi Italiani la conosciamo come Tientsin, avendo ospitato dal 1902 al 1943 una Concessione Italiana, fino a quando, dopo l’8 Settembre e l’armistizio, i Giapponesi non la occuparono deportando gli ex-alleati Italiani.
Proprio nel quartiere della Concessione Italiana si sviluppò nella prima metà del novecento un esperimento urbanistico che gli architetti cinesi contemporanei hanno ristudiato con interesse.

Qui, lontani migliaia di chilometri dall’Italia, venne ricreato un pezzo di Belpaese, trasformando il quartiere della Concessione Italiana in un angolo di Europa nella Terra di Mezzo, utilizzando una varietà di stili architettonici in voga all’epoca, liberty in primis.
Edifici bassi, piazzette e giardini che coniugavano il meglio della tradizione urbanistica dell’epoca, una vera e propria città nella città, che si sta cercando di conservare all’ombra della metropoli sorta negli ultimi decenni.

Tianjin Eco-City, progettato da un consorzio di società cinesi e di Singapore, è un’ambizioso progetto che al completamento (previsto per il 2020) ospiterà la bellezza di 350.000 abitanti in 30 km quadrati.
Una città nella città, come era il quartiere della Concessione Italiana, ma ovviamente con un concept rivisitato ed adeguato alla fortissima domanda abitativa che vige a Tianjin, facendo ausilio delle nuove tecnologie.

Tratti salienti di questo progetto sono:
affidamento quasi integrale alle energie rinnovabili (solare, eolico, micro-idroelettrico) per fare fronte ai bisogni energetici del quartiere/città;
mobilità sostenibile: Tianjin Eco-City è progettata in modo che il 90% dei residenti usi un tram leggero di superficie per muoversi tra i vari punti di interesse;
sviluppo verticale inframmezzato da importanti aree verdi, che fungeranno anche come luoghi di svago e aggregazione sociale.

Una città giardino che ambisce a fornire la risposta a come dovrebbe essere la metropoli del futuro: interconnessa, energeticamente efficiente, con trasporti pubblici adeguati alle esigenze di mobilità della popolazione e con una porzione di verde urbano che la renda il più possibile a misura d’uomo.

 

fonte: http://www.tuttogreen.it